I dati ci dicono che nel 70% dei casi chi aspetta a lungo si è recato al Pronto Soccorso con un codice bianco o verde, cioè situazioni che si sarebbero potute risolvere con l’intervento del Medico di medicina generale o di Continuità assistenziale. È evidente che nei Pronti Soccorso la precedenza è data ai codici rossi e arancioni, cioè situazioni gravi o addirittura “tempodipendenti”, in cui è a rischio la vita del paziente.
Per questo abbiamo realizzato la riforma dell’emergenza urgenza, per dare ai cittadini due percorsi distinti: emergenze tempo-dipendenti presso i Pronto soccorso, urgenze a bassa criticità nei CAU, nuove strutture dotate di equipe medico infermieristiche adeguatamente formate, pensate per rispondere a gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale, come eritemi, punture da insetti, febbre, lombalgia, lievi traumatismi, dolori articolari o muscolari, nausea, ecc.
Il primo CAU è stato aperto a novembre 2023. A settembre 2024 sono già 42, di cui 7 a Bologna e 1 a Imola, e hanno preso in carico quasi mezzo milione di cittadini, un risultato straordinario che ci dice che la strada intrapresa è quella giusta. Ma non ce lo diciamo da soli, lo dicono i cittadini: in migliaia hanno risposto a questionari di gradimento dopo aver utilizzato i Cau e nel 90% dei casi si sono dichiarati soddisfatti.
È servito introdurre i Cau? Una prima risposta positiva e incoraggiante c’è stata, tanto che secondo una prima rilevazione, nei Pronto Soccorso i codici bianchi sono diminuiti del 20%, i verdi del 10%. Quanto ai tempi d’attesa, nei Cau si aspettano in media meno di 90 minuti.
Il sistema sta funzionando e può diventare punto di riferimento a livello nazionale.